Questione di 💝

Le coppie che durano sono quelle che sanno vivere una “quiete accesa’, come diceva Ungaretti, che vedono il nuovo nello stesso.

Le coppie che durano sono quelle che superano gli ostacoli, quelli che Adorno chiamava ‘ le intimità alienanti”, troppa vicinanza, troppa intimità.

Massimo Recalcati

Ci siamo incontrati per caso ma il nostro amore sarà capace di trasformare questo caso in un destino.

Maria Schnider, Ultimo tango a Parigi

Cinema in jail

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“Raccontare il quotidiano è una grande sfida” ha dichiarato Daniele Vicari, il regista di “Sole, cuore, amore”, il primo film italiano nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma.
Il film racconta la dura vita di due lavoratrici precarie dell’hinterland romano costrette a sacrifici di ogni tipo per poter sbarcare il lunario, ma rispetto ad altri film che fotografano la vita di periferia e il mondo della disoccupazione e del precariato, in “Sole, cuore, amore” non si commette alcun reato. Anche per questo motivo, proiettare il film al Teatro Libero di Rebibbia, con un pubblico composto da detenuti comuni, studenti, insegnanti, vecchi e nuovi “affezionati” è stata, altrettanto, una sfida.
Il regista presente all’evento ha parlato la sua esperienza professionale pregressa all’interno dell’Istituto penitenziario capitolino. Ha ricordato anche che da piccolo considerava il carcere – che si trova vicino al quartiere San Basilio dove è cresciuto il regista – come una realtà estranea alla zona, ma dopo averla conosciuta dall’interno, è arrivato alla conclusione che il carcere rappresenti la “nostra cattiva coscienza”.
cieloVicari si è scusato per aver portato un film che fotografa una realtà molto dura e ha promesso che ritornerà al teatro di Rebibbia con una commedia, promessa apprezzata e sostenuta con grandi applausi da parte del pubblico composto dagli abitanti dell’istituto.
Il regista ha sottolineato che è comunque contento di aver portato il film in carcere perché la sua opera mostra come si possono uccidere delle persone senza spargere del sangue e finire in carcere come è successo ad alcuni ospiti di Rebibbia.

L’antitesi

“Lei però, però
Ha qualcosa che non so, non so
Non so dire, c’è qualcosa in più
Che purtroppo non hai, non hai tu

Il problema mio resta sempre lei
Lei però, però
Lei però…”

Tu però, caro Eros, tu però …

Non so

Non so dire…

Anzi, lo so…

Tu, Eros, però…

Tu però… sei un insensibile.
questo non è eros

Chi non si accontenta lotta

 

“Io sono rom
Io sono un clandestino
Un reietto
Uno che non produce
Io sono gay
Io sono lesbica
Io sono una puttana
Sono il trans a cui vostro marito fa i pompini
Sono uno che vuole essere pagato per quanto vale
E non vuole vivere sognando di lavorare

Io non sono un bravo onesto cittadino
E fate attenzione
Io sono tanti
E i vostri nanetti da giardino
Le vostre vite spente e rabbiose
Sappiatelo
Sono veramente in pericolo”

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