Il razzismo in Italia non esiste per le strade, nelle scuole, nei salotti buoni, nei posti di lavoro, sui mezzi pubblici ecc. Esiste solo sui social e si scatena per invidia, perché il popolo virtuale è fatto così, rozzo, ignorante, rancoroso, non come il popolo italiano. Lo dice una italiana nera che per recitare deve accettare il ruolo di prostituta, ma lei non capisce che è uno stereotipo e che è vittima di discriminazione e strumento nelle mani dei razzisti che giustifica e cerca di non infastidire. Non lo capisce, pare. Ha una laurea in altre materie, come potrebbe?
Sulla transfobia, omofobia e l’invidia del pene in tutte le sue forme: Ce tocca parla’ perché va de moda e gli stilisti se so’ sbizzarriti st’anno, ma mejo se lo buttiamo ‘n caciara così nun offendemo la sensibilità de Adinolfi, er core tenero de Papillon (grande Simo!) e der popolino che se fa li caxxi degli altri, ma quanno è sera e nun rischiano de esse’ visti da altri rosiconi buongustai ma meno coraggiosi. Quinni, famo racconta’ a ‘n comico (chi mejo de Checco?) ‘na favoletta co’ un linguaggio scorretto tipico del gay represso (ops… Intendevo dell’omofobo) che tanto nun la capira’ chi dovrebbe capire. Ner caso, ribadimo er concetto co ‘na battutaccia vecchia e diversamente esilarante, detta da una che sta sulle gonadi ai benpensanti de sinistra (ci cascano sempre, sti pucciosi ingenui e facilmente accontentabili, tacci loro!).
Sulla condizione della donna nel terzo millennio e sulla parità di genere: C’è crisi, ma qualcuna che se denuda in mondovisione se trova sempre. Meglio se nun troppo intelligente da mette’ in ombra il padrone (di casa) che già fa tutto da sé. Magari famo sceglie’ le “co-conduttrici” a mi moje e a mi fijo così nun me tocca’ litiga’ pure co’ loro e la ggente a casa nun verrà turbata troppo. Quinni, c’avemo in ordine d’apparizione:
– l’ex icona sexy cougar, ancora bella (rifatta) . La Muti è mbranata come se fosse una verginella per la prima volta davanti a un teleobiettivo. All’italiano ruspante, la donna in carriera, bella, intelligente, capace, libera nun gliel’ho fa arza;-
la “nuova” Italiana ma con mentalità vecchia e in preda alla sindrome di Stoccolma da oltre tre decenni. All’italiano razzista nun piace ‘a ⚫tta che se crede uguale alla Santanché solo perché sa l’italiano, vive in Italia e considera sua la cultura italiana. Quinni, la invitamo ma deve piagne’, fa’ tenerezza, rassicurare i telespettatori razzisti, far capire loro che è grata di essere tollerata e considerata un essere umano. D’altronde se lo merita, ha pure ‘a laurea e paga ‘e tasse. Lei però ha letto un testo scritto per una bambina. Tanto il popolo bambino nun capirà;
– la nobildonna elegante, raffinata, colta, aperta mentalmente. No, non è Marina Ripa di Meana e nemmeno Marta Marzotto. E non è nemmeno una donna, ma un bravo attore. Maschio. Agli italiani i ricchi colti, eleganti e raffinati piacciono, ma solo al teatro;
– la bellezza verace, icona sexy (ex?), ma anche mamma, sorella, cugina ecc. Burina, ma ripulita. Ironica, ma non troppo. Intelligente, ma… non fa un discorso come le altre (te ne saremo per sempre grati!) perché lei non è tuttologa come il popolo dei social che è virtuale. Lei è vera, tera tera, parla come magna, fa battutacce ma se sa, è de Roma, quinni è simpatica pe’ forza.
Insomma, Sanremo ci ha insegnato che se c’è un problema in Italia, la colpa è dei social, di quel popolo virtuale che esiste e si esprime grazie a un “diversamente ariano”. È sempre colpa loro, in fondo. Ce lo dice la storia.E si sa, dalla storia non si impara mai nulla.
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