Chi sbaglia deve pagare

Ma che bravi i leghisti che vogliono il referendum per punire il pistolero di Voghera! #ChiSbagliaPaga

Nei bar di Voghera, il marocchino non si ordina, si fredda. #ChiSbagliaPaga

Dopo le casalinghe, Voghera è ora famosa per i bar con i marocchini raffreddati dall’assessore alla sicurezza (sic!) in persona.

Ma voi, nel bar di Voghera andreste con la Beretta o vi prendereste il Magnum?

Voci della città. La gente parla

Il mercato settimanale è uno spaccato molto rappresentativo della mia ridente cittadina balneare. I banchi sono gestiti prevalentemente da campani con dipendenti asiatici che parlano un misto di napoletano, romanesco e lingue misteriose. Passeggiando senti riecheggiare le loro cantilene: Signo’, nu ruba’ ché è roba rubata! Donne, smuccinate smucinate! Comprate chè vojo anda’ ar mare!

È vero che non c’è più l’obbligo della mascherina, ma in contesti come questo con la gente che si accalca davanti ai banchi, il buonsenso dovrebbe farti indossare la mascherina soprattutto se parli davanti al viso degli altri che invece la indossano. Fa caldo, si suda, è fastidioso avere anche la mascherina sul viso, ma nessuno ti impedisce di andare al mare invece di cuocerti sotto il sole. Se qualche tempo fa i commercianti almeno fingevano di rispettare alcune regole come il gel o le distanze sociali, ora è molto scialla il tutto. Er porchettaro indossa la mascherina ma ti serve la merce con le stesse mani con cui prende i soldi, la pizzicarola invece la mascherina ce l’ha sul collo a mo’ di raccoglitore per il sudore. Vabbè, meglio evitare. Prima di andarmene al mare (è mejo, magari c’è più gente sensata) faccio in tempo a litigare con l’immancabile sora sguaiata, che strilla nel mio orecchio, senza ritegno e soprattutto senza mascherina.

“Parla, la gente purtroppo parla

Non sa di che cazzo parla

Tu portami dove sto a galla

Che qui mi manca l’aria.”

Vaccitour o vaccitù?

Grazia di Civitavecchia si vaccina a Morlupo (ha il hub sotto casa, ma a lei sta bene così perché le piace guidare e non sarebbe comunque andata a piedi non essendo ecologista), Graziella di Morlupo si vaccina a Roma (ma anche a lei va bene perché non vede la capitale da mesi). E grazie a… Figliuolo! Gina di Roma si vaccina a Civitavecchia, il marito al Cristo re (giusto Cristo può capire questa logica!), mentre il figlio a Fiumicino (loro sono contenti perché comprano il pesce fresco visto che già si fanno questa gita fuori porta). Tina di Fiumicino va a Colleferro per bucarsi, mentre Pino di Colleferro si sposta a Santa Severa (ma anche lui è contento perché si fa un tufo al mare). Pina di Ostia deve andare a Civitavecchia, invece a Lina di Civitavecchia è uscita Ladispoli alla lotteria dei vaccini. Si può continuare sostituendo solo i nomi delle persone e delle città. Bello bellissimo questo gioco estivo! Come lo chiameresti questo divertente gioco che ci aiuterà a ridurre l’inquinamento e convincere anche gli indecisi a vaccinarsi? Io Rosiko. Voi #zittiebuoni?

* Il problema è che per usare le maniere forti devi essere efficiente. Non puoi obbligare tutti a vaccinarsi quando sai che non ci sono i vaccini per tutti e si possono vaccinare solo quelli che vincono alla lotteria delle prenotazioni, che accettano compromessi come quelli di fare una gita fuori porta per 2 volte perdendo 2 mezze giornate, per non parlare dell’inquinamento che produciamo prendendo la macchina invece che andando a piedi a vaccinarci sotto casa. Perché sì, io avrei avuto questa fortuna, ma solo in teoria. In pratica dovrò fare 120 km per vaccinarmi. Logiche che non faranno cambiare il sistema che ci ha portato in questa situazione. Ma la ggiente non vuole cambiare né il sistema, né le brutte abitudini.”Hai fatto 3 km per incontrare Salvini e non vuoi fare 120 km per vaccinarti” è stato già scritto?

* Se tutti sono pecore, non significa che abbiano ragione. Io sono orgogliosa di essere sempre e comunque una minoranza. Abbasso l’ipocrisia, la disonestà intellettuale e l’omertà!

*Vogliamo facilitare chi si vuole vaccinare? Vogliamo mettere in atto finalmente una strategia comunicativa efficace che tranquillizzi, informi e convinca gli scettici senza accusare nessuno in maniera superficiale? Basta con la caccia alle streghe! Incominciate a fare i seri!

*Per placare il senso di colpa dovuto alla scelta sempre e comunque degli eventi culturali organizzati altrove, decido di partecipare alla serata culturale a km 0. Per entrare nell’area spettacoli all’aperto ci misurano la febbre, una guardia penitenziaria (fa parte di un’associazione, boh…) ci accompagna ai nostri posti e si raccomanda di lasciare una sedia tra i non congiunti. Inizia lo spettacolo. Masciarelli ci guarda, ammira il suo pubblico. Poi non resiste: “Io ve lo dico poi voi fate come ve pare. Hanno fatto degli studi in Lombardia. Chi sta all’aperto, mantenendo le distanze non può prendere il virus. L’ha detto Zangrillo”. Io e il mio lui ci guardiamo. Mettiamo in automatico le mascherine, ci alziamo e ce ne andiamo sul lungomare. Se lo dice Zangrillo, mejo nun fidasse.

*In Italia il problema maggiore è il tifo, non il covid. Praticamente ora che agli under 60 non viene più inoculato AZ e J&J, pfizer e moderna mancano anche per chi deve completare il richiamo (i novax fanno comodo, diciamolo!), ma abbiamo migliaia di dose di due vaccini che non utilizzeremo. Ma non si può dire perché ti accusano di essere novax.

* La mia sfortuna non è quella di aver perso alla lotteria vaccinale, ma quella di risiedere nel Lazio dove gli errori si fanno ma non si ammettono mai. Chissà in altri Paesi cosa avrebbe fatto un presidente della regione che si prende il covid nel tentativo di salvare l’apericena nella zona del paese più colpita dalla pandemia?

* Ho sbagliato io, lo ammetto. Non è il sistema della lotteria vaccinale ad essere illogico e macchinoso, sono io che non sono né ossessivo-compulsiva e né mi piace giocare d’azzardo.

*Ma quindi quello che si è affidato alla santa Rita per risolvere i problemi del piano vaccinale vuole la lista nera per chi non può vaccinarsi o non vuole? Li porterà gratis a Lourdes?

* Non tutti i credenti sono novax, ma tutti i novax sono credenti. Per convincerli a vaccinarsi giusto dio potrebbe riuscirci.

* Non ci sono studi che dimostrano che tutti i novax siano credenti, ma forse perché nessuno vuole scoprire la verità. Slogan manifestazione novax: “The blood of Christ is my vaccin! “

*PRIMA IL PIEMONTE! Apprendo con piacere che la Regione Piemonte usa un sistema di prenotazione logico e sensato che non obbliga i cittadini che vogliono vaccinarsi a giocare d’azzardo e non intendono farli diventare ossessivo-compulsivi. Ti registri ed entro 48 ore ti comunicano la data della prenotazione. Se hai fretta, dai il consenso per essere contattato all’ultimo minuto. Non ci voleva tanto, ma se non ci complicano la vita abbiamo il tempo per riflettere e capire che hanno fatto degli errori e continuano a farli. Perché in fondo nessuno vuole cambiare nulla pur continuando a lamentarsi della burocrazia.

* Senza il greenpass non si può accedere in parlamento. Chi rimane fuori? Secondo me nessuno. Sono tutti vaccinati da almeno un anno.

Racconti da spiaggia

Caldo afoso nella ridente cittadina balneare, situata tra due fossi. Almeno c’è il mare per rinfrescarsi. Il primo ostacolo è arrivare in riva, attraversando la spiaggia con la sabbia rovente. Per chi come me non indossa scarpe chiuse, è un’esperienza mistica da autentici fachiri che camminano sui carboni ardenti. La seconda prova consiste nell’attraversare la spiaggia di corsa, facendo slalom tra teli, ombrelloni, persone e animaletti vari, senza alzare troppa sabbia. Finalmente sulla battigia, immergo i piedi abbrustoliti dalla sabbia nera nell’acqua e nello stesso istante noto un galleggiante di color bianco con una forma che mi ricorda un preservativo. “Allora è vero quello che dicono li amichi de feisbuc che penso sempre ar sesso” mi dico tra me e me. “Sarà la primavera, sarà l’estate, saranno gli ormoni o la frustrazione per l’ennesimo rifiuto del mio amato Matt che va nella vicina Maccarese con la verdina, sarà…”

Incredula, mi avvicino per osservare meglio il fenomeno galleggiante. Non può essere un preservativo, visto che proprio intorno all’oggetto misterioso fanno il bagno, felicemente e in maniera spensierata, decine di adulti con i bambini e sulla spiaggia ci sono centinaia di persone che osservano sognanti il mare. Possibile che non ci sia nemmeno una perfettissima mammina pancina che abbia notato un particolare così evidente, oltre che rivoltante? 

Per non sembrare troppo stramba, prendo il cellulare e mi metto a fotografare l’acqua in quel punto. La signora che si sta lavando con determinazione e cura il viso, proprio a pochi cm dal galleggiante, mi guarda sospettosa. Faccio la foto, ingrandisco l’immagine e sì, è proprio un condom di media lunghezza, rotto, ma abbastanza pieno da galleggiare tra i bagnanti gai e indifferenti.

Rabbrividisco ed esco velocemente dal mare. Per fortuna ogni spiaggia è dotata di docce, ma per qualche motivo misterioso manca l’acqua. Cerco una fontanella. Manca l’acqua anche nelle fontanelle. Da quando siamo leghisti, la fornitura ce la farà il dio Po e con questo caldo si sarà prosciugato? Che sòle ‘sti polentoni! 

L’insostenibile pesantezza del piano vaccinale made in Italy

Parafrasando il titolo di un film romeno vincitore a Cannes di qualche anno fa, mi ci sono voluti (4 mesi) 3 settimane e 2 giorni per prenotare il vaccino più o meno vicino , entro i limiti di tempo di un abborto legale e oltre il limite della decenza per gli standard di un paese sviluppato che millanta uno dei migliori sistemi sanitari del mondo… se non il migliore. Giorni e notti passati davanti a un pc ad aggiornare in maniera ossessiva la pagina del portale, mentre con l’altra mano cercavo le disponibilità sul cellulare, usando un’app con un’interfaccia diversa da quella del portale e anche di quella dell’app per browser e che richiedeva i dati ogni volta che entravi. Poi dicono che pensi male! Se ci sia una spiegazione logica di questo piano vaccinale e di queste strategie, davvero mi sfugge. Il vaccino dovrebbe rientrare nella categoria dei diritti alla salute, invece di sembrare una lotteria. E comunque ho impiegato meno tempo ed energie a prenotare dei concerti gratuiti che sono andati esauriti in poco tempo. Sarà che usano un’app più efficace o sono più fortunata con il rock? Ovviamente ho dovuto optare per una città tra le più vicine e relativamente facilmente raggiungibili anche se esiste un centro vaccinale nella mia, dove potrei andare a piedi a vaccinarmi. Sicuramente è una strategia vincente visto che ci obbliga a prendere la macchina, quindi inquinare (il virus gongola) oppure i mezzi di trasporto in comune (diversamente puntuali, igienizzati e che garantiscono il distanziamento sociale in maniera creativa e aleatoria), rischiando quindi di contagiati prima di vaccinarsi. Ho prenotato per me e dopo 5 minuti per il mio lui. Io ho l’appuntamento tra 2 settimane alle ore 15.10, mentre lui 10 minuti prima di me. I misteri del sistema. Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. Viva l’ItaliaL’Italia che lavoraL’Italia che si dispera e l’Italia che…non si lamenta.

Spiagge romane

Parte terza, spero ultima

Rimasti in pochi, nell’aria riecheggia, di nuovo, il dialogo dei pescatori tatuati che nel frattempo si sono moltiplicati come i pesci e i pani. Ora sono accompagnati da donne super tatuate, palestrate, con le extension e ovviamente accompagnate dai soliti amici di origine africana, che loro sfoggiano con orgoglio quando vengono accusati di razzismo becero. Ora, anche loro sono dotati (e sottolineo “dotati’) di uno stereo, ma la musica latinos scelta mi fa subito rimpiangere gli stornellatori esteri. Per fortuna sono ormai ubriachi fradici, quindi decidono di andarsene: “Ao, venimo da te a dormi’ ‘n oretta se no nun potemo guida”” ‘Embè… eccerto, ma ‘ndo annate così? Namo da me, magnamo quarcosa, na frittura de pesce (tanto pe’ cambia’)… Dieta mediterranea artroché… “

Siamo rimasti io, la signora che parla al telefono (vorrei conoscere la sua compagnia telefonica), la signora che legge (forse è sorda, beata lei!), la tipa della pecorina e i suoi amici silenziosi. Ah che pace!!! “Ora sì che posso leggere”, mi dico. 

Tramonta il sole. Inizio ad avere freddo. La mia natura balcanica mi costringe a vestirmi e andarmene prima di iniziare a sentire il mal di gola e altri sintomi di raffreddore che mi vengono appena percepisco una temperatura al di sotto dei 36° che mi fanno gelare gli arti. 

Bukowski caro, io ti ho pensato e portato con me speranzosa, ma la gente de borgata e i libri nun ce possono sta nello stesso momento. Arriveranno giorni migliori per la lettura.

Spiagge romane

Parte seconda

… di domenica

Per evitare i racconti dei quattro pescatori di frodo nostrani, mi sposto, sperando di trovare gente che non vuole farmi sapere i fatti loro e anche in dettaglio. Speranze vane.

Poco più distante, mi siedo vicino a due signore sole, una stava al telefono e l’altra leggeva. Fiduciosa estraggo il libro e mi metto comoda. Nello stesso istante, un gruppo di giovani arrivati dall’estero (presumo Roma), finora seduti dietro un recinto all’ombra, si svegliano e accendono lo stereo al massimo. Una compilation da giornate di festa: Lando Fiorini, seguito da Vasco Rossi, trap intercalato con altri stornelli. Li bardi giovani cantano a squarciagola tutte le canzoni, conoscono ogni parola e sono anche intonati, cosa rara nella ridente cittadina abituata agli aspiranti cantanti che abbaiano tutta l’estate nelle serate di karaoke. Il tempo scorre allegramente, con gente che si unisce al gruppo canterino, avvicinando i teli oppure cantando con loro mentre passano per uscire dalla spiaggia. L’ennesima prova che i giovani siano forestieri: iniziano a prepararsi per andare via, gettando negli appositi cassonetti i rifiuti e lasciano pulito il posto finora da loro occupato. 

Con il dispiacere degli spettatori, spengono lo stereo e concludono: “A rega’, annamo! Ridenno e scherzanno, amo cantato pe’ du’ ore” (“Mortacci vostra”, mi dico tra me e me). 

Finalmente so’ iti. Riapro il 📔

Mi arriva un chilo di sabbia nera addosso. Sarà il vento. Mi giro e noto un panzone abbronzato (citando l’Immortale puttaniere) tutto sudato che sgrulla il telo spensieratamente, ipnotizzato dalla ragazza con il tanga che prende  sole da ore alla pecorina (no, non esiste un altro modo per descriverlo e non c’è alcuna spiegazione al di fuori di questa). L’abbronzato con la tartaruga rovesciata non se ne accorge nemmeno di quello che fa, rimane in contemplazione per circa 30 minuti, finché la pecorina nera della spiaggia si alza per tirare una pacca sulla spalla abbronzata dell’uomo con cui stava. Il sogno del panzone è stato infranto con una botta (letteralmente) sola. Risgrulla il telo addosso a me e se ne va finalmente. 

To be continued…

Spiagge romane (Racconti raccapriccianti di un’estate italiana)

Di solito evito le spiagge romane durante il fine settimana perché sono diventata intollerante alla coattaggine. Oggi mi sono fatta coraggio pensando che magari la domenica pomeriggio, dopo i rientri intelligenti, sarebbe dovuta essere abbastanza vuota e tranquilla. Munita di sudoku e libro scelgo una spiaggia che a prima vista sembra priva di fagottari. Tempo di mettermi comoda che me ne accorgo del gruppo accanto: quattro coattoni circondati da decine di bottiglie vuote di birra infilzate nella sabbia, pieni di tatuaggi con nomi di donne (mogli, fidanzate, ex varie?), bottiglia piena di birra tra le gambe, che raccontavano le disavventure con la finanza, che “ortre ar verbale che che ce può fa’? ” -“Se me becca co’ 40 chili de ricci è ‘n conto, ma co du’ chili de molluschi più de queli che potemo ave’, che me fa? ” +” Ma come facevano a sape’ quanti erano? ” – “Se vede che qualche ‘nfamone m’ha bevuto. Siccome che ho fatto ‘ foto cor pesce su ‘ a bilancia e l’ho messo su feisbuc, m’hanno detto che ‘n pratica me so’ autodenunciato”. Dopo poco arriva ‘na coatta co’ a progenie di qualche mese e, quando uno dei quattro osserva che il costumino intero nasconde “tutte le sue formine”, la madre inizia a raccontare di un cojone – che dovrebbe essere lo zio della bimba – che l’ha guardata in un certo modo: ” I miei occhi nun se sbajano”. ” I miei occhi nun se sbajano”, ribadisce per convincere anche il coatto che sembra dubitare delle brutte intenzioni del suddetto cojone. Non riesco a finire un solo sudoku, di leggere non se me parla nemmeno. Mi sposto, ma…

To be continued…

Today is the day

Domenica mattina bollente, fremo in attesa dell’amato che viene finalmente a trovarmi (ho una passione malsana per Salvini).Va beh, è vero, era già venuto, ma poi mi ha lasciata per la verdina raccomandata. Una visita breve e intensa, visto che il pesce a Fregene è più fresco e quindi andrà a mangiare lì.Mi vesto tutta di rosso, scarpe, accessori, rossetto, orecchini, bracciale… tutto rosso, un rosso che piaceva a mio zio Josef er Baffone. Arrivo in piazza, vedo il palco e immagino un comizio. Che sollievo quando un amico di destra mi dice che non era allestito per Matt, ma per la partita di stasera! Mi giro e in un angolo della piazza vedo un gruppo di gente abbronzata e ammucchiata intorno a un tavolo e un manifesto con la faccia dell’amato e uno slogan ad cazzum a favore dell’ennesima legge inutile che non verrà applicata, ma che piace tanto a quelli che non rispettano le leggi, ma firmano per averle. In effetti non tutti avevano la mascherina, ma stavano vicini vicini. Troppa gente per i miei gusti, ma meno delle forze armate che mi hanno puntato quasi subito. Il rosso mi dona. Gli assembramenti non mi sono mai piaciuti, figuriamoci ora che sono vietati, e soprattutto essere circondata dai fan di Matt mi crea una sensazione diversamente gradevole. Eh no, non è la gelosia!Decido di fermarmi in mezzo alla piazza, a debita distanza e ammirare il paesaggio, scattare qualche foto alla fauna di destra locale poi andare a guardare il mare infinito come l’ignoranza dei laziali che votano uno che li considera esseri inferiori perché nati sotto il Po. Purtroppo dura poco la solitudine. Mi riconoscono diversi amici/conoscenti di destra, qualcuno degli organizzatori dell’evento, dei giornalisti, diversi elettori del baciacrocefissi ecc. Decido che è una fortuna nonché una tutela, visto che la città è piena di esponenti di tutte le forze dell’ordine e molte delle persone presenti ricordano vagamente Hulk (ma non vestito di verde). Non tutti i leghisti escono col verde. Alla faccia di quelli che conoscono la “vera” me, diversa da quella “virtuale”, affronto temi quali “aborto, eutanasia, legalizzazione delle droghe leggere” con un assessore di destra e rimango colpita (non in testa, è un amico! ) dalle risposte sensate e condivisibili al 100%. La dimostrazione che sono di destra, ovvio! (Anticipo i commenti dei soliti che conoscono la “vera” me). Non contenta, cerco di attirare l’attenzione delle forze d’ordine sugli assembramenti, ma ottengo solo lo sguardo di un baffone in divisa che mi si piazza dietro e non mi molla finché non lascio la scena del crimine. Nemmeno lui ha resistito al mio lato B(alcanico). Ridendo e scherzando, quando trolli, il tempo ti vola. Se non fosse per i giornalisti, non mi sarei accorta che il mio amato stava ritardando. Approfitto per affrontare il tema culturale del momento nella ridente cittadina dove non succede niente: dove è morto Caravaggio. Tranquillizzo quindi i presenti spiegando loro che Matt si è fermato più del dovuto a Orbetello perché è andato a controllare se ci fossero delle prove che il Merisi fosse deceduto lì, prima di venire a vedere l’ultimo vero approdo del pittore. Mi complimento con gli artisti presenti per la loro bravura nel copiare le opere di quello che, se fosse vivo, sarebbe “un delinquente da rinchiudere e buttare la chiave”. Vai a capirli ‘sti artisti de destra!Cercavo facce amiche, militanti di sinistra, oppositori, rivoluzionari veri (non da tastiera come me), ma nulla. Forse dovrei farmi gli occhiali da vista? Alzo gli occhi al cielo. Ah no, alla fine qualcosa di sinistra riesco a vedere. Da un balcone, vedo spuntare due bandiere della pace e due striscioni che ricordano al mio Matt il debito di 49 milioni e il fatto che, nonostante gli slogan che colpiscono i lobotomizzati e gli opportunisti vari, il re è nudo. Riconosco il balcone, ma ascolto divertita le voci della piazza. Particolarmente esilarante l’interpretazione della stampa locale di un certo tipo (in fondo esiste un solo tipo, ma le sfumature sono leggermente diverse in base al giramento di fondi pubblici): “Potrei anche fotografare gli striscioni e pubblicarli, ma si vede che il palazzo ha bisogno di ristrutturazioni”. Non resisto: ” Potete rischiare, con il super bonus risolveranno”. Insiste: “Ci hanno provato, ma non si mettono d’accordo sul super bonus, tra estremisti di sinistra, grillini e leghisti”. Cerco di trovare il lato positivo: “Non sapevo fosse una palazzina così democratica! È bello scoprire che si convive tra diversi!”. La stampa mi gira le spalle. Ho sempre pensato che essere propositivi e solari non premia. Dovevo mantenere la mia solarità cinica, invece la mancanza d’affetto e la voglia di essere accettata dalla maggioranza incontentabile mi ha fregato. Ritorno dagli artisti giornalisti elettori e cerco di riprendere un dialogo civile, puntando su un argomento che non posso affrontare con i compagni perché, a differenza mia, sono contenti e soddisfatti del piano vaccinale (migliore al mondo e non migliorabile). Sarà perché il presidente della regione è di sinistra e parlare male della sanità pare brutto e/o può sembrare una campagna a favore dei suoi detrattori o, meglio, dei beoti del momento, i novax? Misteri. Il piano vaccinale è nazionale, ma vai a spiegarlo a chi sa tutto! Si staranno ancora leccando la ferita provocata da Zingaretti che, per salvare i commercianti morti di fame lombardi (le battaglie per salvare la classe operaia ci sono ancora), si è beccato il covid? Vorranno rimuovere il ricordo dei tagli sconsiderati fatti dallo stesso alla sanità laziale? Vero, adoro la retorica. Ma io sono ostinata, non mi voglio integrare e continuo a pensare che il piano vaccinale nazionale sia una lotteria e quindi cerco di capire cosa ne pensano quelli che non votano Zingaretti. Tutti scontenti, maledicono il sistema, si lamentano anche dell’accoglienza ricevuta nei centri vaccinali lontanissimi dove sono riusciti a prenotare per fortuna e nonostante il sistema efficace, del fatto che non riescono a prenotarsi nemmeno loro (non siamo tecnologici e fortunati come i compagni) ecc. Una signora mi spiega come è riuscita, grazie ai giusti canali e al marito, a diventare famosa nella Capitale e nella terra natia. Le faccio i complimenti e le chiedo com’è possibile che non sia riuscita però a prenotare il vaccino. Non sa che dirmi. Cerco di consolarla: io ho provato per oltre tre settimane e non sono riuscita a trovare un vaccino qui, devo andare a Civitavecchia. È una lotteria! ” Lei, sollevata: ” Brava, proprio un lotteria. Io nemmeno cercavo qui. Mio marito è andato a Valmontone, i miei figli devono andare anche loro lontano. È così, ci sono problemi ma nessuno ne parla”. Non riesco a trattenermi: ” Se non lo fate voi che siete giornalisti, chi lo dovrebbe fare? ” E niente, nemmeno da questa parte troverò l’appoggio. Abbasso lo sguardo dagli striscioni che mi hanno provocato tanta “gioia” – come direbbe lo psicologo col cashemirino – e mi trovo dietro il baffone in divisa e davanti quello che entrerà nella storia locale per averci portato la lega a km 0. Stringe la bandiera leghista e guarda con rabbia e frustrazione il balcone con gli striscioni che sventolano indisturbati sopra la testa di tutti i presenti. Non sarà morale, ma provo un piccolo orgasmo davanti a questa scena pietosa, ma anche pornografica. Ognuno ha le sue perversioni. Io le confesso anche. Godo anche perché sono felice di conoscere l’autore degli striscioni con cui spesso ho discusso per motivi politici, ma con cui ci si ritrova spesso “dalla parte giusta”. Come questa volta. Gli altri oppositori stavano in chiesa, al mare, rintanati per non fare numero in piazza, nascosti per non dare soddisfazione a Salvini o perché avevano altro da fare la domenica? Erano quattro gatti anche loro, togliendo le forze d’ordine, gli organizzatori e i curiosi, ma Salvini in piazza ci va lo stesso. E prende voti.

Vaccitour o vaccitù e tu soreta?

Grazia di Civitavecchia si vaccina a Morlupo (ha il hub sotto casa, ma a lei sta bene così perché le piace guidare e non sarebbe comunque andata a piedi non essendo ecologista), Graziella di Morlupo si vaccina a Roma (ma anche a lei va bene perché non vede la capitale da mesi). E grazie a… Figliuolo! Gina di Roma si vaccina a Civitavecchia, il marito al Cristo re (giusto Cristo può capire questa logica!), mentre il figlio a Fiumicino (loro sono contenti perché comprano il pesce fresco visto che già si fanno questa gita fuori porta). Tina di Fiumicino va a Colleferro per bucarsi, mentre Pino di Colleferro si sposta a Santa Severa (ma anche lui è contento perché si fa un tufo al mare). Pina di Ostia deve andare a Civitavecchia, invece a Lina di Civitavecchia è uscita Ladispoli alla lotteria dei vaccini. Si può continuare sostituendo solo i nomi delle persone e delle città. Bello bellissimo questo gioco estivo! Come lo chiameresti questo divertente gioco che ci aiuterà a ridurre l’inquinamento e convincere anche gli indecisi a vaccinarsi? Io Rosiko. Voi #zittiebuoni?