La donna che sussurrava ai gattini

Mi giro per entrare in casa e noto che il giardino e l’ingresso erano pieni di gatti di tutti i colori ed età che, approfittando del cancello aperto e della porta spalancata, erano entrati.

“Ora che faccio?”, penso in preda al panico tipico degli ailurofobici. “Non posso scappare, magari si spaventano loro ed escono”, ragiono mentre avanzo nel cortile.

Effettivamente, la maggior parte di loro scappa. Dal nulla vedo apparire un gattino che barcolla e viene verso di me. Mi punta il piede, salta sopra e si aggrappa alla mia caviglia

Pelle d’oca, un forte tremore mi attraversa tutto il corpo, attacco di panico, mente e corpo paralizzati. Se c’è un essere vivente che mi provoca ribrezzo misto a terrore, questo è il gattino.

“Non ti faccio niente, voglio giocare con te”, mi dice mentre si struscia sul mio piede nudo. Il contatto con il suo pelo quasi mi provoca uno svenimento.

” Giocare? Per carità, solo a guardarti mi viene la pelle d’oca! Lasciami stare! Vai dalla tua mamma”!

Insiste, continua a saltellare sul mio piede.

“Ora basta!Levate dalle ovaie!!” gli urlo mentre con un calcio lo faccio volare.

Poi mi sveglio in preda all’ansia.Gli animalisti mi odieranno, ma gli psicologi ammetteranno che la terapia d’urto funziona. Avoja se funziona!