Non ci sono più gli anarchici d’una volta, signori miei

settembre 2021

Salgo su un autobus direzione centro di Bucarest. L’insegna luminosa informa, insieme al numero e alla destinazione, che la mascherina è obbligatoria a bordo del bus. Mi siedo e noto che la coppia di fronte a me non indossava la mascherina pur parlando a voce alta, rischiando di disperdere la loro saliva ovunque. Li guardo, loro guardano me. Chiedo a mia madre se la mascherina fosse un optional e lei mi risponde che alcune categorie sono sprovviste in quanto ribelli anti-sistema. Loro fingono di non sentire. Non resisto e chiedo al tizio che continua a parlare con la tipa vestita con abiti tradizionali:+ Ma lei non ha la mascherina? È obbligatoria e se si guarda intorno noterà che la indossiamo tutti. Lui, spavaldo e irritato:- Non ce l’ho, signora, non ho i soldi per comprarla. Avevo 3 ron ( 90 centesimi €) e potevo scegliere tra una mascherina e una birra. “Ho scelto la birra”, mi dice mentre mi mostra la lattina aperta dalla quale sorseggiava tra una frase e l’altra. + Giusto. Scelta perfetta. – È meglio la birra, nemmeno il virus si avvicina. Mi immunizzo con la birra, io. + Di Lei non mi importa. Il problema è che lo può trasmettere a noi. – Io so’ vaccinato. Ho fatto due punture di Altra Zeteca o come se dice. Poi con la birra sono immune. + Ah allora, stiamo tranquilli. – Stia tranquilla, si preoccupi piuttosto della zozzeria di questo bus. Mi indica le zone diversamente pulite e continua:- Io ho un’impresa di pulizie, mica me chiamano per pulire ‘sta sporcizia. Se pulissi così i condomini non mi pagherebbero nemmeno un centesimo e questi vogliono pure i soldi dei biglietti. Hanno raddoppiato il costo del biglietto, ma mica puliscono i mezzi (purtroppo ha ragione)! Ma io non pago il biglietto. Prima devono pulire il bus e poi chiedere i soldi. Lei, invece di guardare le mascherine, chiami la direzione e denunci la sporcizia sui mezzi! Perché non lo fa? + Questo è un altro problema. Intanto Lei è obbligato a portare la mascherina. – Se bevo la birra non posso indossarla. Mi alzo per scendere. Anche lui. Mi guarda serio e dice: – Io guadagno 5 000 ron (1000€) al mese con le pulizie, sono poliglotta, parlo il romeno, il francese, il tedesco, il romanes… Lei può dire lo stesso? + Eh no, sono povera e parlo solo il romeno. – Nemmeno il romanes? + Purtroppo no. Altrimenti ve lo direi anche in romanes di indossare la mascherina. Magari sarebbe più chiaro. Si gira verso la tizia che cercava di giustificarsi dicendo che sono comunque vaccinati:- Ora mi viene da starnutire, ma non lo posso fare altrimenti la signora si arrabbia. Mi guarda: – Lei è cattiva, non posso nemmeno starnutire per colpa sua. + Se indossava la mascherina, poteva, starnutire ora. Vede che serve? A non rivederci mai più!

No siero, sì oppio dei popoli!

settembre 2021

Nella Piazza dell’Università di Bucarest spuntano come un fulmine nel cielo sereno di una giornata di settembre diverse decine di novax dotati di bandiere, crocefissi, bandiere con croci, slogan invasati. Mi avvicino per curiosare. Mi hanno sempre affascinato le faune appartenenti a epoche antiche. Chiedo a uno dei tanti poliziotti se conosce il tizio che urla al microfono. Non lo sa, ma dice che all’inizio della manifestazione si era presentato. Il tizio col microfono, un vecchietto seduto in mezzo ai crociati tricolori, parla di secrezioni contagiose rilasciate dell’epidermide dei vaccinati nocive per i novax. Devo capire chi è “sto genio. Chiedo alle persone in prima fila. Niente, nemmeno loro conoscono il guru, ma dicono che è un medico. ” Un medico? Siete sicuri? “, chiedo con la faccia stupita. Una signora cerca, di rassicurarmi: “Sì, è un pediatra.” Io, rasserenata: ” Ah, un pediatra. Un esperto di virologia quindi”. Mi fulminano decine di crociati bandierati. Mi allontano perché è meglio evitare la furia dei credenti. Purtroppo continuo a sentire le parole del pediatra che domanda i fedeli se hanno riflettuto sul prodotto dell’incrocio di due giovani vaccinati e su cosa potrà mai venire fuori. “Un alieno sarebbe meglio, ma no, sarà un neonato sano”, penso e dico tra me e me. Se questi trogloditi sono frutto dell’incrocio di novax, meglio vaccinarsi e sperare che nasceranno figli più svegli di questi bigotti. Giro intorno a questo gruppo e noto che proprio dietro a questi timorati di d’io c’erano gli stracci di qualche barbone che, a differenza dei rivoluzionari novax, non è amato da dio e nemmeno dai fedeli. Eh niente, nemmeno qui sono riuscita a trovare le prove che contraddicono la mia tesi sulla correlazione tra fede e movimenti novax. Altro che siero malefico! La religione capita male è la piaga sociale più lunga e dannosa della storia europea e non solo.

Tecniche di rimorchio

È uno di quei giorni che non ho voglia di vedere nessuno e, soprattutto, sentire anima viva.Voglia di mare. La soluzione è a portata di mano, o meglio, delle gambe: spiaggia lontana dalla bolgia, dal centro, dai fagottari, da quelli che si portano mezza casa in spiaggia dalla sera prima per essere sicuri di occupare tutto lo spazio possibile e che parlano per ore di cibo, ristoranti, taverne, osterie, ricette ecc. tra una mangiata e l’altra.

Nemmeno qui è deserto, ma basta fare pochi centinaia di metri tra le dune per trovarti solo, circondato dal mare, dalla natura quasi incontaminata e sentire solo il suono degli uccelli (i famosi fratini, non quelli che pensate voi!) e delle onde. Ogni tanto passa qualcuno. Di solito si tratta di atleti in erba, di ogni genere, che si allenano nonostante i 40° o maschi in calore.

Tiro fuori tutto l’arsenale: cellulare, libri, parole crociate. Mi stendo supina con un libro in mano e la fede in bella vista.

5 minuti di pace. Cinque.

“Ciao” (Eh no, ho fatto km per non incontrare nessuno!)

Alzo lo sguardo e vedo un giovane uomo, occhiali a specchio, cuffie, bell’aspetto. Magari si è perso. Non sembra il solito scappato dal manicomio che si può incontrare nelle zone semideserte.

“Ciao””

“Ho vooogliiaaaa di chiaaaacchiiierareeee. A teeeee va o è meeeeegliooo se me ne vaaaada?”

“vada, vada!”

Abbigliamento sexy e differenze culturali

Mercato settimanale.

Mi fermo davanti a un banco con merce colorata e diversificata. Tanta gente.

Stralci di conversazioni intorno a me:

+”Guarda questo completino! indica la signora italiana al marito che guarda tutto (soprattutto le clienti impegnate a ” smucinare” la merce) meno che il pigiama.

-” Bello sì. È proprio trash, prendilo! “

+”Ti piace questo short?” domanda la signora straniera al compagno italiano. “

-“A du’ euro prendili tutti! ” risponde lui sognante.

+” Guarda questo pigiamino, che carino! Perché non te lo compri? ” chiede la signora romena all’amica più giovane.

– ” Lascia perde’, se quello (il marito, presumo) mi vede conciata così, mi salta addosso tutte le sere. Per carità! “

Scene di ordinaria romanità

– A no’ ( traduzione per i non romani: “nonna”), hai ticche tocc?

+ Ma te pare che magno tiche tacche?

– Ticche toc, nun ticche tac!

+ E che ce devo fa?

– Famo n video.

+ Che video?

-‘N video pe metterlo su ticche toc.

+ E poi che ce fai? Ce fai li sordi?

– C’ho fatto 60mila visualizzazioni con un video. Co’ le pubblicità ed er resto, famo li sordi.

+ Allora fallo co loro (indica le due nipoti ventenni), mica co’ me!

– Eh no eh, te sei più fica.

+ Ma li mortacci tua! Ma che stai a di’? Che poi me devi porta’ rispetto. Ma che c’ho età tua, io? Ticche tocche. Ma senti questo, oh…

– A no’, guarda quer signore co i baffi, s’è perso li regazzini. A questo punto si girano le nipoti che finora hanno preso il sole ignorando la tragicommedia.

+ Ma chi?

-Quer signore co i baffi. A no’, sai chi è? Er pizzicarolo…

Le nipoti in coro: pizzicatolo? E cos’è?

+Nun sai cos’è er pizzicarolo? Quello che venne li salumi, e pizzette quella roba lì.

Una delle nipoti: quindi tu lo sapevi, nonna?

+ Eccerto che ce o so. So’ de Monte Verde io. Ce o sai che significa Monte Verde? Ambè… Vedi n po’

Ritorna in scena il nipote:

– Ma, sta ggente nun c’ha na casa? Stanno tutto er giorno su a spiaggia. Ma annate a casa! Una lanciafiamme me servirebbe…

Non ci si annoia mai sulle spiagge laziali.

Questione di 💝

Le coppie che durano sono quelle che sanno vivere una “quiete accesa’, come diceva Ungaretti, che vedono il nuovo nello stesso.

Le coppie che durano sono quelle che superano gli ostacoli, quelli che Adorno chiamava ‘ le intimità alienanti”, troppa vicinanza, troppa intimità.

Massimo Recalcati

Ci siamo incontrati per caso ma il nostro amore sarà capace di trasformare questo caso in un destino.

Maria Schnider, Ultimo tango a Parigi

Odissea vaccinale

luglio 2021

Io:”Possiamo entrare insieme?”

Vigilante hub: “Certo, come si dice? Nel bene e nel male.”

Io in preda all’ennesimo attacco di panico dovuto al maledetto vaccino: “speriamo nel bene questa volta.”

Ovviamente al hub, tra tutte le decine di persone vaccinate, solo a me hanno perso la cartella e non mi potevano rilasciare il certificato vaccinale. Tre tizie al desk cercano di aiutarmi ma non capiscono il cognome.

– Hristian

+Come?

– Acca ristian

+Acca?

-Sì, come hotel.

+Otel?

-Christian senza la C

-Ah ok, Cristian. E il cognome?

Se non mi stronca il vaccino, lo farà la burocrazia.L’hanno trovata dopo 35 minuti, quando una delle tre ebbe l’intuizione di cercare la cartella del mio lui che ha un cognome pronunciabile e a loro comprensibile. Lei, ironica: “Siete in due e, ovviamente, le hanno spillato insieme”. Io, comprensibile: “Succede anche al supermercato. Due al prezzo di uno”.

Tutto sommato, ne è valsa la pena farsi “sti 60 km per vaccinarsi. Tutto ben organizzato, pulito (le sedie erano tutte bagnate dal sudore di quelli seduti prima, ma vabbè), personale giovanissimo, professionali, veloci, disponibili. Ci fanno accomodare nella stanza dell’accettazione dove la signorina controlla i moduli compilati prima di smistarci. Guarda il campo “vaccino da somministrare” e leggendo “comirnaty” si stranisce:

-Ma dovete fare AZ o Pfizer?

In coro: Pfizer

-Eh no, perché da qui non è che si capisce.

+ Guardi che è il nome del vaccino Pfizer.

-Ah sì? Non lo sapevo.

Bello, bellissimo e molto confortante soprattutto quando sei in preda a un attacco di panico. Contenta di aver insegnato il nome del vaccino alla tizia dell’accettazione (faccio anche cose buone), mi siedo sulla sedia bagnata dalla cavia che mi ha preceduto e spero che almeno chi mi vaccinerà saprà distinguere tra il vaccino e una fiala di acido ialuronico. Tra assomigliare alla Santanché e prendere Netflix con il braccio, preferisco la seconda.
Per fortuna, il dottore agè mi tranquillizza grazie alla sua calma e professionalità. Quando mi elenca tutti i sintomi che non dovrei avere gli dico che sono settimane che ne ho diversi e molti altri dovuti all’ansia e lui mi consola: “signora, ha una bella croce da portare”. Eh, già. Finita l’anamnesi, mi fanno riaccomodare su una delle sedie sudate. Penso alle infezioni vaginali che mi potrebbero venire dopo questa giornata, ma per fortuna non mi danno il tempo di angosciarmi troppo. Ci fanno spostare dietro un pannello in quattro insieme a due infermiere giovanissime. Mi rendo conto che ormai mancava poco e inizio a pensare che devo scattare la foto del fattaccio per massacrare chi mi continua a chiamare novax. Chiedo all’infermiera che mi stava vicina se nella stanza della vaccinazione ci sarà qualcuno che può scattarmi la foto. Lei rimane interdetta mentre gli altri tre si mettono a ridere. Presa da questo piano non avevo notato che l’altra infermiera aveva già i”inoculato il dna delle scimmie” nel braccio di una delle quattro persone sedute. Si sono impietosite e si sono prestate per il dovuto servizio fotografico. Passati i 15 minuti sotto osservazione, inizio a sentire dolore al braccio, prurito alla gola, fame d’aria, sudorazione forte, giramenti di testa. Avverto un giovanissimo stewart o quello che è che mi accompagna da un dottore. Mi misura la pressione (alta, molto alta) e la saturazione.
– Ha sempre la pressione così alta?
+ Non me la misuro di solito, ma se sono in preda al panico è alta. È una conseguenza del vaccino? chiedo preoccupata ma anche speranzosa.
– Assolutamente no, la saturazione è perfetta. Il suo problema è un altro.
+ Non morirò di covid, ma di ansia per il covid. Che sollievo!

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La donna che sussurrava ai gattini

Mi giro per entrare in casa e noto che il giardino e l’ingresso erano pieni di gatti di tutti i colori ed età che, approfittando del cancello aperto e della porta spalancata, erano entrati.

“Ora che faccio?”, penso in preda al panico tipico degli ailurofobici. “Non posso scappare, magari si spaventano loro ed escono”, ragiono mentre avanzo nel cortile.

Effettivamente, la maggior parte di loro scappa. Dal nulla vedo apparire un gattino che barcolla e viene verso di me. Mi punta il piede, salta sopra e si aggrappa alla mia caviglia

Pelle d’oca, un forte tremore mi attraversa tutto il corpo, attacco di panico, mente e corpo paralizzati. Se c’è un essere vivente che mi provoca ribrezzo misto a terrore, questo è il gattino.

“Non ti faccio niente, voglio giocare con te”, mi dice mentre si struscia sul mio piede nudo. Il contatto con il suo pelo quasi mi provoca uno svenimento.

” Giocare? Per carità, solo a guardarti mi viene la pelle d’oca! Lasciami stare! Vai dalla tua mamma”!

Insiste, continua a saltellare sul mio piede.

“Ora basta!Levate dalle ovaie!!” gli urlo mentre con un calcio lo faccio volare.

Poi mi sveglio in preda all’ansia.Gli animalisti mi odieranno, ma gli psicologi ammetteranno che la terapia d’urto funziona. Avoja se funziona!

Umile e modesta? Vorrei. Ma non posso

Il bis bisnonno, l’imperatore Traiano, mi ha trasmesso il coraggio, l’amore per il bello e l’igiene, oltre al gusto di andare in giro per il mondo con lo scopo di rompere le scatole a chiunque per poter vivere meglio.

Dal bisnonno Dracula ho ereditato il senso di giustizia, l’amore per la vita notturna e la passione per l’arte di impalare il nemico. Altro che tampone rettale!

Dal nonno Cioran ho preso il cinismo, l’arte di disilludersi e di vivere sulle cime della disperazione, ma anche la tentazione di esistere nonostante l’inconveniente di essere nati.

Tra tutti gli avi famosi, il mio preferito rimane il prozio Ionesco dal quale ho appreso il gusto per il nonsense e per l’assurdo che mi aiuta a sopravvivere e vivere momenti felici.

Ora, provate voi ad essere umili e modesti con questo pedigree!

Sanremo 2022

Zalone racconta a Sanremo la favola di “Cenerentola” in versione LGBTQ ambientata in Calabria. Quello che ha capito il Presidente Arcigay Molise:
“Il teatrino andato in scena tra Amadeus e Checco Zalone descrive le persone trans in maniera anacronistica e fuorviante…
Le persone trans, con tanto di accostamento alla prostituzione, non meritano di essere ancora etichettate in tal modo”.
Ah, ma quindi, i fratelli Grimm si riferivano a tutte noi donne reali, remissive, sguattere di giorno che possiamo liberarci dal destino infame solo sposando un principe?

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